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La Locanda dei Sanniti, Via dei Sanniti, 36, 64032 Atri TE<br />Email: l.collevecchio@tiscali.it<br />Tel.085.8750963 - 3280130049<br />
Pinseria

Il nome pinsa deriva dal latino "pinsere" che significa stirare, stendere allungare. Tipica della cucina romana, era già nota nell'antica Roma ed è stata, come tuttora, una pietanza molto diffusa anche in epoca moderna nelle trattorie romane, spesso utilizzata per accompagnare taglieri di salumi e formaggi al posto del pane. Negli ultimi anni è molto più diffusa la variante pizza da forno, definita spesso pizza bianca romana, condita in superficie semplicemente con olio e sale o con aggiunta di ingredienti come salumi tipici, formaggi, verdure. La focaccia veniva preparata dalle antiche popolazioni laziali con una miscela di diversi cereali impastati con acqua e sale, quindi stirata, stesa, allungata (pinsere) e cotta su pietra sopra i carboni ardenti. Nel VII libro dell’Eneide (I secolo A.C.) di Virgilio troviamo alcuni tra i primi riferimenti a questo tipo di alimento che Enea, insieme al figlio ed ai suoi comandanti, mangiò appena arrivato nelle zone rurali delle campagne laziali, accolto dal re Latino e sua figlia Lavinia.
Per la tipologia di impasto, con mix di farine (frumento, riso e soia) e aggiunta di sale ed erbe aromatiche, l'utilizzo di lievito in pasta madre e l'alto contenuto di acqua (80/85 %), risulta essere molto digeribile; ciò è dovuto anche alla lunga lievitazione (ben oltre le 24 ore, fino a raggiungere le 150).
Il nome pinsa deriva da "pinsare" (dal latino “pinsere”, allungare), verbo che spiega anche la forma di questo prodotto romano, che presenta una forma ovale con spessore di circa due centimetri, molto ricca di cavità all'interno della pasta, che la rendono leggera e croccante all'esterno e morbida all'interno.


I Sanniti

Antico popolo italico, insediato sugli aridi altipiani dell'Appenninomeridionale, parlante lingua del gruppo osco. Propaggine del più ampio gruppo dei Sabini, i Sanniti erano a loro volta un popolo dalle molte ramificazioni: i più importanti erano gli Irpini, i Caraceni, i Pentri e i Caudini. Nei sec. V e IV a. C. alcune tribù si staccarono dal gruppo originario dirigendosi verso le zone costiere alla ricerca di nuove terre più fertili e ricche: un gruppo di Irpini si stabilì nella zona compresa tra il Sele e il Bradano dando origine al popolo dei Lucani; un ramo di questi, i Bruzi, invasero la Calabria sottomettendo parecchie città greche, tra cui Sibari; altri gruppi occuparono invece la Campania dove si amalgamarono velocemente con Etruschi e Greci dando origine a quella che viene indicata come civiltà osca. A differenza di questi gruppi di invasori che assimilarono facilmente la civiltà greco-etrusca, le tribù rimaste nel Sannio conservarono abitudini e forme di vita primitive: dedite alla pastorizia e distribuite in villaggi (tra cui la capitale Bovianum Vetus, oggi Pietrabbondante), non riuscirono mai a costituire un'unità politica o amministrativa; i vari gruppi, a capo di ognuno dei quali era un meddix (giudice), erano però riuniti in una forte federazione.
Nel 354 a. C. strinsero un patto di amicizia coi Romani, ma la politica di espansione che entrambi i popoli perseguivano doveva portarli inevitabilmente, nel giro di pochi decenni, alla guerra che si risolse a favore di Roma dopo una lotta molto aspra che durò con alterne vicende e fasi (memorabile fu la sconfitta romana a Caudio con l'episodio delle Forche Caudine) dal 326 al 304. Nel 295, alleatisi con Etruschi, Sabini, Umbri e Galli, i Sanniti tentarono di ribellarsi a Roma, ma la coalizione fu sconfitta a Sentinum in Umbria. In seguito il dominio romano nel Sannio andò sempre più consolidandosi, specialmente attraverso gli insediamenti di colonie latine, tra cui notevoli furono quelle di Benevento (268) e di Isernia (263). Tuttavia durante la guerra sociale (90-88 a. C.) i Sanniti furono ancora tra i più bellicosi avversari di Roma e fu Silla a obbligarli alla resa dopo massacri e rappresaglie d'ogni genere. Per questo, nella lotta successiva tra Mario e Silla, appoggiarono il partito mariano tanto che Preneste, dove si erano arroccati, divenne il centro della resistenza democratica; ma, nuovamente sconfitti, furono debellati definitivamente da Silla davanti alle mura di Roma.



Torrieri Francesco

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